L’artistico sepolcro di Pellegrino Artusi alle Porte Sante di Firenze viene fatto conoscere al grande pubblico con una mostra documentaria promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Forlimpopoli e da Casa Artusi, in collaborazione con l’Istituto regionale per i beni artistici, culturali e naturali, ed allestita nella sagrestia e nella zona absidale della Chiesa dei Servi di Forlimpopoli.
Si tratta di una vera e propria riscoperta del monumento inaugurato nel 1916, alcuni anni dopo la scomparsa di Artusi, per volontà dell’Amministrazione comunale forlimpopolese di quel tempo. Dell’opera viene oggi rivelato il nome dell’autore: Italo Vagnetti (1864-1933), noto scultore fiorentino, artefice anche della grande statua di Modigliana a Don Giovanni Verità, sacerdote e patriota, amico di Giuseppe Garibaldi.
Ideata da Orlando Piraccini e curata assieme a Silvia Bartoli, l’esposizione si articola in quattro sezioni scandite da immagini fotografiche, schede didascaliche e documenti originali. In apertura viene dettagliatamente illustrato il sepolcro artusiano, composto da un alto basamento lapideo sormontato dal busto bronzeo con il ritratto dell’illustre forlimpopolese. L’attenzione del visitatore si concentra in particolare sul ‘ritratto’ di Vagnetti ad Artusi risolto con stile marcatamente verista, ma non incline al mero descrittivismo ed alla caratterizzazione fisionomica. “Il volto scolpito di Artusi se messo a confronto con l’immagine fotografica dalla quale sembrerebb’esser stato generato – spiega Orlando Piraccini nel catalogo della mostra – si presenta non convenzionalmente commemorativo, ma come ‘interpretato’ dall’artista, attraverso la propria interiorità ed il filtro psicologico. Così, non per statica astrazione viene assicurata eterna memoria al gran cerimoniere della buona cucina italiana, ma con i tratti vivaci d’un modellato intriso d’umanità”.
Allo scultore Italo Vagnetti è dedicato il secondo momento del percorso espositivo con alcune immagini di suoi monumenti funerari alle Porte Sante e della grande statua a Giotto nella piazza di Vicchio. Nella terza sezione vengono accostati i due monumenti ad Artusi e a don Verità, quest’ultimo inaugurato nel 1905; si intrecciano così i nomi di due illustri personaggi della romagnolità con quello di un noto artista toscano in un percorso ideale che unisce Firenze, Forlimpopoli e Modigliana. Infine, fa da appendice alla mostra un repertorio di immagini delle lapidi con epigrafi appartenenti alla Forlimpopoli postunitaria, e che rimandano alla celebrazione, nel paese d’Artusi, dell’epopea risorgimentale e dei personaggi legati alla storia italiana e locale del secondo ‘800.
Come la mostra evidenzia, il sepolcro fiorentino a Pellegrino Artusi si presenta oggi in uno stato di conservazione non ottimale. Oltre ad una normale alterazione delle sue parti costituenti, come tutte le sculture all’aperto anche il monumento artusiano è esposto agli agenti atmosferici inquinanti. Per questo, l’Amministrazione Comunale di Forlimpopoli, in accordo con la competente soprintendenza fiorentina ai beni artistici, intende sottoporre ad attento monitoraggio l’importante effige del suo illustre concittadino.
Info mostra: Chiesa dei Servi Casa Artusi fino al 29 luglio, aperta il sabato dalle 17 alle 19. Mentre su richiesta il mercoledì e il venerdì dalle 15 alle 18, il sabato e la domenica dalle 9,30 alle 12,30 (c/o Ufficio Turistico via Costa, 23).