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Forlimpopoli, una delegazione russa per il progetto “Romagna artusiana”
Accademia per il turismo. Russi alla corte di Artusi
Alla ricerca delle “Mariette di oggi”
Pasta fresca o secca, non fa differenza. L’importante è realizzare un primo piatto ispirato alla cucina domestica di colui che ha unito l’Italia a tavola: Pellegrino Artusi. È il Premio Marietta, il concorso nazionale per cuochi dilettanti dedicato alla fedele governante dell’Artusi, Marietta Sabatini. Promosso dal Comune di Forlimpopoli in collaborazione con Casa Artusi, moderno centro di cultura enogastronomica dedicato alla cucina domestica italiana, l’iniziativa rende omaggio alle “Mariette” di oggi”. Donne e uomini, tutti possono prendere parte a questa iniziativa, mettendo in gioco la propria abilità e stimolando la fantasia, purché l’ispirazione arrivi dal celebre manuale artusiano, “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”.
Anche perché Marietta Sabatini è stata soprattutto questo: una devota governante appassionata di cucina che, insieme al cuoco Francesco Ruffilli di Forlimpopoli, ha contribuito in maniera determinante all’impresa culinaria e editoriale che è stata tra fine Ottocento e inizio Novecento, la Scienza in cucina. Insieme provarono centinaia e centinaia di ricette, una ad una: Marietta e Francesco stavano ai fornelli, Artusi correggeva, rivedeva le dosi, riscriveva i procedimenti, integrava i suggerimenti, spiegava e commentava con riflessioni personali. E per dimostrare la sua profonda gratitudine per tutto quanto avevano fatto i suoi fedeli collaboratori, lasciò loro per testamento i diritti d’autore del suo libro.
Come partecipare al Premio Marietta
Le iscrizioni al concorso sono aperte fino a lunedì 4 giugno 2012: tutte le ricette devono pervenire al Comune di Forlimpopoli (P.zza Fratti 2, 47034 Forlimpopoli) indicando “Premio Marietta” entro le ore 13 dello stesso giorno.
Per partecipare occorre inviare una ricetta originale di un primo piatto (pasta fresca o secca o riso) eseguibile in un tempo massimo di due ore. Requisito indispensabile, la presenza di riferimenti alla cucina domestica regionale, alla filosofia e all’opera dell’Artusi, tanto negli ingredienti quanto nella tecnica di preparazione e di presentazione.
La partecipazione (gratuita) è esclusivamente riservata a cuochi dilettanti. Le ricette eseguite devono contenere gli ingredienti (per 5 persone), il tempo di preparazione e il tipo di cottura (forno, fornello, altro), i riferimenti all’opera artusiana. All’interno della busta l’autore dovrà indicare le proprie generalità, un numero di telefono, un indirizzo di posta elettronica, e l’attività lavorativa che attesti lo status di “dilettante” di eno-gastronomia.
Una giuria di esperti selezionerà, fra tutte le ricette pervenute, le cinque finaliste. I cuochi finalisti saranno invitati a cucinare i loro piatti, come di tradizione, durante la 16ª edizione della Festa Artusiana, la kermesse gastronomica in calendario dal 16 giugno al 24 giugno 2012 a Forlimpopoli. La cerimonia ufficiale di premiazione del concorso si svolgerà a Forlimpopoli, nei giorni della manifestazione.
Per il vincitore in palio un premio di 1.000 euro, mentre tutti i finalisti riceveranno 5 Kg di pasta. La giuria sarà composta da esperti e presieduta da Verdiana Gordini, Presidente dell’Associazione delle Mariette che, in nome della cuoca di Artusi, promuove in Casa Artusi la cultura gastronomica di tradizione.
Vincitore dell’edizione 2011 è stato Fabio Giordano, operatore di call center di Palermo, che si è aggiudicato il premio con la ricetta busiati freschi con gambero rosso di Mazzara del Vallo e macco di fave fresche.
Marietta Sabatini: una vita alla corte di “re” Artusi
“La fedele Marietta” è una figura centrale nell’opera dell’Artusi. In ombra, certo, se l’angolo di visuale è la ribalta letteraria, ma in primo piano se si bada alla sostanza gastronomica e alla solidità del successo della “Scienza in cucina”. Pellegrino Artusi sapeva di dovere molto a Marietta, tanto che si sentì in dovere di lasciarle in eredità, oltre al lascito di ben Lire 8.000, i diritti di autore sul manuale, assieme al cuoco Ruffilli Francesco, in quanto aveva coadiuvato al buon esito del libro. Alla fedele Marietta, Pellegrino Artusi dedicò la ricetta del panettone che si trova nel manuale perché “è brava cuoca e tanto buona ed onesta da meritare che io intitoli questo dolce col nome suo, avendolo imparata da lei”.
Cameriera e cuoca (è lei la titolare della ricetta del Panettone Marietta 604, alla quale Artusi non volle mai sostituire la ricetta del dolce milanese), Marietta era originaria di Massa e Cozzile, un piccolo paese collinare della provincia di Pistoia, dove nacque nel 1860.
Fu presa a servizio da Artusi intorno al 1887-1888, e gli rimase vicino, discreta efficiente fedele, fino alla fine. Governante, ma anche accompagnatrice dei soggiorni estivi sulla montagna pistoiese, ai Bagni di Montecatini o a Viareggio, è lei a rivelarci le abitudini quotidiane del riverito padrone, le sue frequentazioni, le sue passioni, e in particolare l’amore per i libri.
In una intervista del 1932 pubblicata sulla Cucina Italiana Marietta parla così di Artusi: “L’unico suo divertimento era lo scrivere. Il libro lo cominciò quasi per ischerzo. Poi vide che gli veniva bene e vi si appassionò. A poco a poco venne ad avere una corrispondenza con persone d’ogni ceto e d’ogni parte d’Italia. Scriveva sempre. Si alzava la mattina alle otto e si metteva a tavolino fino all’ora del pranzo. Poi riprendeva a scrivere per qualche ora. Ed era un continuo alternarsi fra lo studio e la cucina, la penna e le pentole. Si provavano le ricette, tutte, una ad una. Accanto a lui instancabile era sempre il suo cuoco che gli voleva tanto bene. Io pure non lo lasciavo mai. Altri compagni fedeli gli erano i due gatti ai quali dedicò la prima edizione del suo libro. […] La cucina era per lui un campo d’azione. Un luogo di studio. Io ho ancora e tengo come fossero gioielli le sue bilance, i suoi arnesi, tutto quanto gli era necessario ed egli adoperava sempre”.
E ancora: “Era un terribile giudice delle pietanze, sapeva al solo assaggio riconoscere gli ingredienti e trovare qualsiasi difetto, immediatamente. A parte la cucina gli piaceva leggere […]. Era un uomo coltissimo, ed amava istruire anche me. Ed io gli ero tanto riconoscente per questo”.
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