Forlimpopolese d’adozione, Miro Mancini ha iniziato ad apprendere il mestiere sul finire della seconda guerra mondiale, quando a 12 anni, verso le due di mattina raggiungeva in bicicletta il lavoro e tutto scarseggiava: il cacao era introvabile, le uova erano vendute a peso d’oro, lo zucchero razionato. Per conservare il gelato si usavano mastelle foderate di sughero e poi tanto ghiaccio e sale. Insomma un’epoca fa.
Carpiti i segreti dell’arte della migliore pasticceria presso un importante locale frequentato dalla “Forlì bene” del tempo, Miro a 25 anni decide di mettersi in proprio e trasferirsi a Forlimpopoli, dove pareva che ciambella e zuppa inglese potessero bastare per addolcire le giornate di festa.
Da allora non l’ha fermato più nessuno.
Mago dei gelati con frutta vera, latte intero e uova fresche, creatore di memorabili semi-freddi, specialità della casa, e bomboloni, Miro ha conquistato non solo i forlimpopolesi, ma tutti coloro che la domenica venivano in pellegrinaggio con l’acquolina in bocca.
Ha allietato la vita con zuccotti, meringhe e tartufi al gianduia, ha preparato un’infinità di torte nuziali e ha lavorato in Europa, al seguito di personaggi che nel giorno del matrimonio chiedevano una torta speciale. A lui si rivolgevano prestigiosi locali come il ristorante Casali di Cesena o l’Hotel a Cesenatico dell’amico Giorgio Ghezzi, intramontabile portiere del Milan. A proposito: l’altra grande passione di Mancini è sempre stata il calcio, mai abbandonata nel corso degli anni.
Nel 1963, sposa Argentina che diventerà partner inseparabile anche nel lavoro e a cui dedicherà, per la gioia dei clienti, la omonima torta.
Maestro di tanti giovani-apprendisti, lascia la sua Forlimpopoli nel ‘76 per diventare un professionista giramondo. Nel 1980, in occasione della visita di Papa Giovanni Paolo II in Romagna, è uno dei pasticceri incaricati di preparare l’artistica torta alla frutta che chiude in bellezza il pranzo d’onore a Forlì.
Nel 1981 viene chiamato ad East London, a 1.000 km da Città del Capo in Sud Africa, per aprire una scuola di gelateria (usando le uova di struzzo) e gestire un locale tutto suo.
Nel 1986 riapre la pasticceria Mancini a Forlimpopoli, nella sede storica di Via Costa, dove con Argentina e il figlio Stefano, continua fino al Duemila ad addolcire la vita a tutti i suoi numerosissimi clienti che venivano da ogni dove.
In pensione dall’età di 68 anni, dopo 57 anni di lavoro, Miro continua ad occuparsi delle sue passioni: calcio e buona cucina, senza rinunciare a regalare a qualche amico un semifreddo memorabile, qualora se ne presenti l’occasione.
A premiarlo a Casa Artusi è stato il sindaco Paolo Zoffoli.
“A Miro Mancini, il Premio Marietta ad honorem per aver saputo, nel corso di una lunga e soddisfacente carriera professionale, insegnare a tanti giovani la passione per un lavoro allettante, e far apprezzare, ben oltre i confini territoriali, l’arte della pasticceria made in Forlimpopoli”.