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Artusi ambasciatore in Russia del “Made in Italy”

Pellegrino Artusi non solo parla il russo, ma addirittura si fa ambasciatore del “made in Italy”. Si è conclusa con successo la visita di una delegazione artusiana a Mosca per l’inaugurazione di una sede di rappresentanza di Casa Artusi nella capitale (Cremlino Ismailovo) e la presentazione del Manuale dell’Artusi in lingua russa.

La visita più che il punto d’arrivo, rappresenta il punto di partenza di altre successive collaborazioni. Già dal mese di gennaio, infatti, tre chef moscoviti dell’Accademia Internazionale Russa saranno a lezione nella scuola di cucina di Casa Artusi a Forlimpopoli. Nei mesi successivi, invece, gruppi di studenti saranno a Forlimpopoli per un’intera settimana alla scoperta dei segreti della cucina artusiana.

“E’ evidente che il made in Italy passa attraverso i nostri simboli, come l’arte, la cultura, la moda e soprattutto la gastronomia – afferma Giordano Conti, presidente di Casa Artusi – Artusi non è stato solo colui che ha unito l’Italia a tavola, ma rappresenta anche il nostro biglietto da visita per il mondo. Ne è prova tangibile quest’ultima scommessa in terra russa: un progetto avviato nel luglio dello scorso anno e in poco più di un anno realizzato”.

Per l’inaugurazione della sede artusiana e la presentazione del manuale tradotto in russo, erano presenti il Rettore generale dell’Accademia Internazionale Russa Igor Zorin, il direttore della sede moscovita dell’Accademia Alexandr Sokolov, il sindaco di Forlimpopoli Paolo Zoffoli, il presidente di Casa Artusi Giordano Conti, la coordinatrice del Centenario Artusiano Laila Tentoni, Gian Marco Rossi del Gran Hotel Terme della Fratta, e Albert Alessandri di Smart Leather di San Mauro Pascoli.

La traduzione del Manuale artusiano in lingua russa – con una prima tiratura di 10mila copie – viene distribuita nelle principali librerie specializzate e nei supermercati. Al termine della presentazione del volume è seguita una cena che ha visto la preparazione dei “Cappelletti all’uso di Romagna” secondo i dettami del manuale artusiano, e una duplice speciale presenza: le Mariette in versione russa, e l’Artusi stesso, interpretato dall’attore forlivese Denio Derni.

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Ad Amsterdam trionfo dei sapori e dello spirito di Romagna

In Olanda, col progetto sostenuto dalle Camere di Commercio di Forlì-Cesena e di Ravenna . In una giornata memorabile, la Romagna tiene alto il prestigio del made in Italy e dello stile italiano.

I calorosi, ripetuti complimenti – a fine serata nel corso del buffet – dell’Ambasciatore d’Italia  in Olanda S.E. Franco Giordano, e del Console Generale in Amsterdam Dott. Mario Romiti, sono stati il suggello riassuntivo di una giornata effettivamente trionfale per la Romagna  e la Regione, per la sua immagine, la qualità delle proposte turistiche, enogastronomiche ed agroalimentari.

La Romagna ha davvero tenuta alta la bandiera dell’Italia, ad Amsterdam (Olanda) lunedì 16 maggio, con l’organizzazione di un articolato meeting presso l’elegante e avveniristico Hotel Hilton, grazie al progetto promosso dalle Camere di Commercio di Forlì-Cesena e di Ravenna e dalla  Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì (Piano di marketing per la promozione del territorio delle province di Forlì-Cesena e Ravenna”), con le rispettive province ed altri partner territoriali (Comuni di: Forlì, Cesena, Bagno di Romagna, Galeata, Modigliana, Savignano sul Rubicone, San Mauro Pascoli). Il progetto, che ha come  soggetti attuatori delle attività Casa Artusi e APT Servizi Emilia-Romagna, si avvale del brand Terre di Romagna”.

E di questa nuova qualità di presentazione davvero integrata ed unitaria tra “destinazione Romagna”, territori, segmenti e proposte turistiche (mare, enogastronomia, arte, wellness), proposte commerciali di qualità, identità e distintività del comparto agroalimentare, valorizzazione sapiente di personaggi e tradizioni cultural-culinarie delle nostre radici, è la cifra che segnala una virtuosa ed attesa svolta.

Il tutto senza tralasciare il tratto impareggiabile di quella  “romagnolità profonda”, che nelle varie fasi della giornata i  nostri produttori, gli operatori turistici e lo staff di cucina, sono ben riusciti a trasmettere ai diversi ospiti: calore, comunicatività, creatività.

I workshops turistico e agroalimentare

La giornata del 16 maggio si è aperta con il workshop agroalimentare di incontro tra produttori dei territori di Cesena, Forlì, Faenza e Ravenna (cantine, produttori olio extravergine oliva, miele, caseificio formaggi tipici, forno biscotteria e dolci) e 21 Buyers olandesi accreditati del settore vinicolo e agroalimentare.

Nel primo pomeriggio si è invece svolto il workshop del comparto turistico dove a 8 Tour Operators olandesi interessati al mercato italiano, Consorzi, Enti territoriali e strutture della ricettività romagnola (Romagna Fulltime, Comune di Cesena, Assohotels Cesenatico, Terme di Castrocaro, Romagna Terra del Sangiovese, Antico Convento/Ostello di Bagnacavallo, R&B Guelfo di Tredozio, agriturismi Trerè e La Sabbiona di Faenza) hanno formulato proposte turistiche e pacchetti, itinerari di scoperta della Romagna, distretto che detiene forti motivazioni e valori turistici  per tutte le quattro stagioni dell’anno.

Gli incontri, le relazioni, i contatti e i pre accordi scaturiti dai workshop, saranno la base di un filone di lavoro che dovrà continuare, per consolidarsi e strutturarsi , sia per l’esportazione in Olanda delle eccellenze agro-alimentari della terra di Romagna, che per aprire il  bacino romagnolo (costa, entroterra, Appennino) all’incoming dei nuovi turisti di quest’area del nord Europa, che richiedono proposte di qualità nell’accoglienza, nell’ospitalità, nell’esperienza di vacanza.

Il convegno “Pellegrino Artusi, il Garibaldi della cucina italiana”

La  sala convegni dell’Hotel Hilton (impreziosita dalle tovaglie a stampa romagnola prodotta dall’ azienda Il Guado della “Associazione Stampatori Tele Romagnole”, e dalle ceramiche e vasi di Gatti, Mirta  Morigi, Carla Lega) era nel tardo pomeriggio strapiena di persone interessate ed attente: oltre ai citati buyer,  funzionari dell’Ambasciata (fra cui il Primo Segretario Sarah Negro e  l’Attache’ Commerciale Sonia Folcarelli),  nonchè le artefici operative del meeting per parte “olandese” ovvero il Segretario Generale Camera di Commercio Italiana per l’Olanda Nicoletta Brondi e Rita Venturelli, direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, eppoi giornalisti, operatori culturali, opinion leader dei settori commerciali, turistici e gastronomici di Amsterdam.

Gianni Della Motta, imprenditore turistico e consigliere della Camera di Commercio di Forlì-Cesena, ha aperto il convegno con il saluto della delegazione romagnola, illustrando le finalità del progetto di marketing territoriale Terre di Romagna sostenuto dalle Camere di Commercio di Forlì-Cesena e Ravenna in concerto con enti territoriali, Comuni e istituzioni culturali, per lo sviluppo del territorio integrato verso l’eccellenza.  Roy Berardi, giornalista,  si è soffermato sulle caratteristiche delle attrattive turistiche ed enogastronomiche della Romagna, e i loro aspetti innovativi: nella Romagna delle quattro città (Ravenna, Faenza, Forlì e Cesena) dagli splendidi monumenti e  fulgidi aspetti storico-artistici, è in atto il rilancio del comparto mare, un  litorale adriatico di nuove occasioni per sport, relax e verde;  nella nuova offerta, si innesta poi un sistema termale che presenta seducenti strutture per le domande di wellness, bellezza, benessere; registriamo contestualmente l’impetuosa rivoluzione della collina e della campagna di qualità, dove una delle più antiche e gloriose agricolture d’Italia vive un prodigioso rinascimento fondato sui processi verso l’eccellenza dei prodotti della terra e della Tavola, favoriti dal ricambio generazionale.

La vicepresidente di Casa Artusi Laila Tentoni, con un brillante intervento, ha ricomposto il tema della cultura del cibo italiano e della cucina di casa attraverso l’epopea cultural-gastronomica del grande italiano Pellegrino Artusi, forlimpopolese di nascita fiorentino di adozione…le tappe che hanno portato Artusi e il suo “manuale” a riunificare l’Italia a tavola, ed a esaltare nel mondo la variegata e ricca cucina italiana che ha nella “pasta” la sua celebrità mondiale conclamata; ha raccontato infine della sua interessante esperienza di approccio con Artusi e la sua opera (“in un paese senza cucina”) Mieke Geuzebroek, la curatrice dell’edizione olandese del manuale artusiano “La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene”.

I due massimi esponenti della diplomazia italiana in Olanda, l’Ambasciatore d’Italia S.E. Franco Giordano e il Console in Amsterdam Dott. Mario Romiti, hanno preso parte con molto interesse al convegno, conferendo alla riunione prestigio, nonché contributi e consigli rispetto alle potenzialità commerciali, turistiche e culturali dell’iniziativa romagnola in Olanda, e i percorsi per il suo consolidamento. Con un cambiamento di programma nell’ordine degli interventi: il saluto iniziale è stato fatto dal Console Romiti perché la visita in Olanda del Commissario Europeo Barroso ha trattenuto l’Ambasciatore Giordano che è arrivato poi in tempo per l’intervento conclusivo con piacevole sorpresa: oltre alla gentile consorte Sig.ra Bianca, ha condotto a “Casa Romagna” (così era stato ribattezzato l’Hilton lunedì scorso) nientemeno che altri tre colleghi Ambasciatori: S.E. Zelmys Maria Dominguez Cortina (Ambasciatrice di Cuba), S.E. Markus Boerlin (Ambasciatore della Svizzera), S.E. Allan Wagner (Ambasciatore del Perù).

La splendida degustazione buffet

L’Ambasciatore svizzero ed i due colleghi americani, hanno così potuto assaggiare un ampio spaccato della mitica cucina romagnola, assieme al centinaio di invitati presenti. Lo chef Sergio Canducci ed il maitre Antonio Purificato (docenti della Scuola di Ristorazione IAL di Cesenatico) hanno preparato e servito una straordinario carosello di ricette artusiane: Cappelletti all’uso di Romagna (ricetta n.7), Fricandò (n.255), Acciughe alla Marinara (n.481), Acciughe fritte (n. 482), Crema fritta (n. 214), Zuppa inglese (n.675); nonché uno sfizio dello chef Canducci: le “Lasagne alle delizie dell’Adriatico”, che hanno mandato in visibilio culinario tanti ospiti.

Dai piatti caldi di terra e di mare, gli estasiati ospiti olandesi potevano poi volteggiare fra i tavoli della degustazione dei prodotti tipici di qualità della terra di Romagna, preparati dalle collaboratrici di  Romagna Terra del Sangiovese: grandi Vini romagnoli DOC, DOCG ed IGT (Sangiovese, Albana, Pagadebit), altamente apprezzati, conferiti – al pari degli straordinari formaggi (Squaquarone, Fossa, Raviggiolo), squisito Miele e saporiti biscotti – dai produttori presenti; inoltre, Salumi (salsiccia, ciccioli, prosciutto), confetture e marmellate della tradizione, sottolii (scalogno, rustarine, carciofini), cioccolato artigianale di qualità, ciliegie e fragole di Romagna, e naturalmente l’intramontabile  piadina romagnola.

Nel frattempo, la Marietta di Casa Artusi , l’azdora forlimpopolese Nadia, in un angolo della sala  impastava e “tirava” la sfoglia gialla e fresca, col mattarello sul tagliere: aria di Romagna, di cucina di casa, di sapiente manualità antica che gli ospiti olandesi ammiravano e “mangiavano” con gli occhi.

Il commento prevalente a fine serata è stato: “…quello che ci avete raccontato oggi …. è tutto vero !”

Report a cura del giornalista Roy Berardi

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Tra Forlimpopoli e Firenze son solo 117 chilometri: tutto è pronto per la partenza nel nome di Artusi

Undici volonterosi giornalisti sabato al via da Casa Artusi per la camminata per il Centenario. Previste quattro splendide cene tosco-romagnole ispirate a Pellegrino, sul percorso saluti e foto con i  Sindaci dei Comuni attraversati.

Il “Centenario Artusiano” si aprirà…a piedi.  Tutto è ormai pronto per la lunga camminata di 11 giornalisti (una squadra…) che giungerà – dopo 117 chilometri – nel cuore di Firenze mercoledì 30 marzo, prima per la visita alla tomba di Artusi, poi a Palazzo Vecchio dove si terrà il convegno di avvio delle Celebrazioni.

La carovana dei volonterosi  (Leonardo Romanelli Firenze; Roy Berardi Forlimpopoli, Romagna; Carlo Macchi Firenze; Stefano Tesi Siena; Serena Guidobaldi Roma; Tommaso Chimenti Firenze; Stefano Frassineti Pontassieve; Rosanna Ferraro Roma; Kile Philips Chianti, Firenze; Marco Sodini Aosta; Marco Peroni Firenze) partiranno da Forlimpopoli alle ore 11 di sabato 26 marzo, salutati in Casa Artusi dal sindaco Paolo Zoffoli in fascia tricolore

In occasione dei passaggi nei centri dei paesi, i “pellegrini artusiani” saranno oggetto di un breve saluto e foto di gruppo anche con gli altri Sindaci ed Assessori al turismo presso i municipi dei Comuni attraversati. Dopo aver percorso il centro storico di Forlì, essi giungeranno, via Vecchiazzano Ladino e Terra del Sole, al termine della prima tappa in Castrocaro nel tardo pomeriggio di sabato 26 (pernottamento al Grand Hotel). Transiteranno poi per Dovadola e Rocca San Casciano nel cuore della giornata di domenica 27, per arrivare a Portico di Romagna nel tardo pomeriggio dello stesso giorno (pernottamento all’albergo Vecchio Convento). La mattina dopo, 28 marzo, partenza per S. Godenzo (via Muraglione) ed il giorno 29 ultimo pernottamento in Pontassieve, primo del balzo a Firenze di mercoledì 30 marzo.

Dopo tanto camminare giornaliero (media 24 km giorno; durante il percorso saranno riforniti di prodotti tipici dei due territori ad alta digeribilità …), i giornalisti animeranno (e gusteranno…) quattro straordinarie “cene artusiane” (solo la prima, a Castrocaro, non sarà aperta al pubblico).

In ogni menù presentato, le ricette di Pellegrino Artusi riflettono la felice “coesione” culinaria tosco-romagnola; previsti abbinamenti “misti” anche per i  quattro vini di ciascuna serata, offerti dalla Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì-Cesena e dal Consorzio Chianti Rufina…nel nome – soprattutto – del comune, meraviglioso vitigno Sangiovese, declinato in forme e gusti diversi….

I menù delle Cene artusiane :

Grand  Hotel Castrocaro 26 marzo 2011

Minestra in brodo: Cappelletti all’Uso di Romagna

Lesso: Pesce Lesso con salsa Maionese

Umido: Filetto alla Finanziera

Tramesso: Crostini di Capperi

Arrosto: Coniglio Arrosto

Dolce: Torta Mantovana

Al Vecchio Convento Portico 27 marzo 2011

Principi : Cacimperio  Rifreddo di lepre

Minestre: Zuppa con le Cipolle alla Fiorentina Tortelli

Umido : Anatra domestica in umido con polenta

Erbaggi : Fave fresche in stufa

Dolci : Latteruolo Biscotti croccanti

Prezzo 30 Euro vini compresi

Ristorante Agnoletti San Godenzo 28 marzo 2011

Principi : Crostini toscani,  fegatini

Minestre: Polenta coi funghi e altre fantasie dell’Emma,  Tortelli

Umido : Arrosto misto alla toscana

Dolci : zuppa inglese e frittelle

Prezzo 30 Euro vini compresi

Ristorante Locanda Toscanidasempre 29 marzo 2011

Principi : Baccalà Montebianco

Minestre: Minestra di passatelli, Pappardelle col sugo di coniglio

Umido : Cosciotto di castrato in cazzaruola

Erbaggi : Tortino di petonciani

Dolci : Latte alla Portoghese, Biscottini dell’Artusi

Prezzo 30 Euro  vini compresi

Pellegrino ArtusiL’impresa(… la Strada Statale 67 metafora del viaggio artusiano fra cucina tipica, luoghi identitari e cultura delle tradizioni fra Romagna e Toscana…) vede il sostegno della Banca del Credito Cooperativo di Pontassieve, del Consorzio del Chianti Rufina e Strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Forlì-Cesena, dalla bottega “’Ino” di Firenze, oltre a quello degli alberghi toccati durante il pellegrinaggio (Hotel Panorama Bertinoro, Grand Hotel Terme Castrocaro, Al Vecchio Convento Portico di Romagna, Albergo Agnoletti San Godenzo, Locanda Toscanidasempre)

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L’Italia è servita – commedia in un atto con musica dal vivo e uso di cucina

Anteprima nazionale.

In occasione del Centenario Artusiano verrà messa in scena, venerdì 1 aprile 2011 alle ore 21:30 presso il Teatro “G. Verdi” Forlimpopoli, “L’Italia è servita”, una commedia in un unico atto, con musica dal vivo, uso di cucina ed effetti multimediali.

Lo spettacolo è scritto ed interpretato da Denio Derni per la regia di Enrico Messina. Insieme a Derni sul palco Fabrizio Sirotti e Giuditta del Cherico.

“L’Italia è servita” mette in scena la vita di Pellegrino Artusi e la Storia dell’Unità d’Italia, vista da dietro le persiane dell’intimità domestica di colui che ha unito gli italiani a tavola. Dall’autobiografia di Pellegrino Artusi e da brani di “La scienza in cucina”, da testi dell’amico antropologo Paolo Mantegazza e di Olindo Guerrini, quello che viene presentato è uno spaccato dell’humus storico e culturale che diede origine al manuale di cucina più famoso d’Italia.

I tre attori impersonano tre generazioni che si misurano con l’eredità artusiana, attraverso l’esecuzione in scena della celebre ricetta dei “Cappelletti all’uso di Romagna”, la musica e le canzoni al pianoforte che affiancano l’azione scenica e ricreano atmosfere ottocentesche e risorgimentali, i dialoghi e le azioni a ripercorrere i momenti cruciali della vita di Pellegrino Artusi, anche nelle intersezioni con la Storia Patria. Con un inizio e una fine a sorpresa in cui Pellegrino Artusi appare in prima persona.

Lo spettacolo è a ingresso libero, previa prenotazione (tel. 0543.749235, email info@pellegrinoartusi.it, riserva del posto fino alle ore 21.15)

Scheda completa dello spettacolo

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2009

Maria Vincenza Oliva

la vincitrice, Maria Vincenza Oliva, riceve il premio dalla direttrice di Casa Artusi Susy Patrito Silva

Maria Vincenza Oliva, dirigente scolastico in pensione proveniente da Taranto, ha vinto il concorso nazionale riservato ai cuochi dilettanti con “I cavatelli ai frutti di mare”.

la vincitrice, Maria Vincenza Oliva, insieme a Carla Brigliadori, responsabile della Scuola di Cucina di Casa Artusi, e Verdiana Gordini, Presidente dell’Associazione delle Mariette

“Ho presentato una ricetta che fa omaggio alla città di Taranto, che già duemila anni fa era celebre per i carichi di mitili e di ostriche che accuratamente conservati in ghiaccio, partivano dalle sue coste per raggiungere Roma, la capitale dell’Impero” ha commentato Maria Vincenza Oliva.

I cavatelli, pasta tipica della cucina pugliese, sono stati conditi con vongole veraci, gamberi e calamari freschi e pomodorini, dando vita ad un piatto estivo gustoso e ben equilibrato che ha conquistato all’unanimità la giuria, guidata da Verdiana Gordini, Presidente della Associazione delle Mariette.

I cavatelli ai frutti di mare

Ricetta: cavatelli ai frutti di mare

 

INGREDIENTI per cinque persone:
cavatelli freschi, gr. 500;
vongole veraci, gr. 500;
gamberi freschi, gr 500;
calamari freschi, gr. 300;
pomodori freschi, ciliegino o datterino gr. 150;
olio extravergine di oliva, otto/dieci cucchiai da tavola;
una cipollina molto piccola;
uno spicchio di aglio;
un mazzetto di prezzemolo;
qualche foglia(due o tre) di basilico;sale e pepe q.b.

PREPARAZIONE:
Innanzi tutto se non si hanno i cavatelli freschi già pronti (si vendono già confezionati), procedere alla preparazione della pasta(che è identica a quella, sopra descritta, delle orecchiette), e alla confezione dei cavatelli.
Lavare bene in acqua corrente le vongole già spurgate, metterle in una pentola, con un goccio di vino bianco, coprire e mettere sul fornello a fuoco vivace. I molluschi si apriranno nel giro di pochissimo tempo e, appena saranno aperti, spegnere il fuoco. Una volta raffreddate, le vongole andranno sgusciate (se ne può conservare qualcuna col guscio per decorare il piatto), e la loro acqua ben filtrata, messa da parte. In un tegame capace far imbiondire insieme la cipolla e l’aglio: appena questo sarà imbiondito, eliminarlo (io non sono esagerata come Alfonso di Castiglia rammentato dal nostro “padre” Artusi, ma se sento zaffate di aglio vengo presa dalle convulsioni!), e versare nell’olio i pomodorini, non spellati, e divisi in due o in quattro a seconda delle dimensioni. Aggiungere subito i calamari, puliti e tagliati ad anelli, un po’ di prezzemolo tritato ed il pepe.
Per il momento non aggiungere sale perché, appena i pomodori si saranno asciugati cucendo a fuoco abbastanza vivace, andrà versata l’ acqua delle vongole, filtrata. Dopo qualche minuto aggiungere i gamberi sgusciati, lavati e privati del budello intestinale e, dopo un paio di minuti, aggiungere le vongole. Bisogna tener presente che gli ingredienti devono cuocere molto poco, altrimenti diventerebbero secchi e stopposi.
Quando il sugo avrà raggiunto una consistenza, assaggiare per verificare il grado di sapidità e, se necessario, aggiungere un po’ di sale e un po’ di basilico tritato.
Nel frattempo lessare i cavatelli al dente, poi versarli nella padella col sugo, mantecare un attimo e impiattare. Spolverizzare con prezzemolo tritato fine e pepe di mulinello, decorando con qualche vongola ancora nel guscio.
Il piatto deve risultare un po’ brodoso, non asciutto, perché si tratta di un minestra che andrebbe mangiata col cucchiaio.

TEMPI DI PREPARAZIONE:
Se si utilizza pasta già pronta, calcolando il tempo necessario per la pulizia di calamari e gamberi oltre che per la cottura, si può conteggiare un’ ora e venti minuti circa per il piatto finito. Se si vogliono preparare i cavatelli in casa, occorreranno un paio d’ ore.

 

I finalisti del Premio Marietta 2009

I finalisti del Premio Marietta

Orietta Berti, di Durazzano (RA), titolare di una legatoria: Mezze maniche alle bucce di melanzane e pesto di basilico

Valeria Delle Chiaie, insegnante in pensione di Roma: Scialatielli marinari

Wagner Sozzi di Cesena, casalingo: Strozzapreti con vongole e striduli

Giovanna Vecchio, insegnante in pensione di Ovada in provincia di Alessandria: Fusilli al sugo di castrato

Premi Marietta ad Honorem

Tullio Gregory

Esimio studioso di storia della filosofia e, in particolare, degli studi medioevali e secenteschi, Tullio Gregory è professore emerito di Storia della filosofia presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Roma “La Sapienza”, dove si è laureato nel 1950, a soli ventun anni.

Nel 1964 ha fondato e da allora dirige il Centro di Studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche per il Lessico Intellettuale Europeo (oggi Istituto CNR Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee), ed è membro del Comitato direttivo del Centro di Studi per l’Alto Medioevo e del Consiglio direttivo dell’Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento di Firenze. Fa parte, inoltre, del Consiglio Scientifico dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, con il quale ha cominciato a collaborare all’indomani della laurea, nel 1951, contribuendo, fra l’altro, alla pubblicazione del Dizionario Enciclopedico Italiano. In seguito, è divenuto direttore della sezione di Storia della filosofia e del cristianesimo del Lessico Universale Italiano e della Enciclopedia della Moda e ha dato il proprio importante contributo ad altre opere (fra cui il Dizionario Biografico degli Italiani, la Dantesca, la Virgiliana). Attualmente dirige l’opera più celebre dell’Istituto stesso, vale a dire l’Enciclopedia Italiana di Scienze, Lettere e Arti (Treccani). Condirettore, prima con Paul Dibon, attualmente con Marc Fumaroli e Marta Fattori, delle “NRL”, è membro del Consiglio scientifico dell’Institut de la Langue Française di Parigi, Directeur d’études all’École Pratique des Hautes Études e della Société Internationale pour l’Etude de la Philosophie Médiévale, di cui dal 1987 è Presidente. Socio nazionale dell’Accademia Nazionale dei Lincei e dell’Accademia Pontaniana, è anche Fellow della British Academy di Londra dal 1993 e dell’American Academy of Arts and Sciences dal 1994. Doctor honoris causa dell’École Pratique des Hautes Études (Paris – Sorbonne 1996), è stato nominato Chevalier officier de l’ordre des arts et des lettres de France.

Appassionato di gastronomia (ed esigente gourmet) con i suoi interventi ha contribuito a indagare sul contesto e il valore culturale della tradizione gastronomica italiana.

Premio Marietta ad honorem 2009 al professor Tullio Gregory, acclamato studioso, illustre accademico, ma anche straordinario esperto di gastronomia, con una decisa predilezione per la cucina tradizionale, quella che nasce in stretto rapporto con il territorio e la stagionalità e che recupera i saperi e le tecniche del passato.

Alba e Desolina Milandri

Hanno la stoffa delle arzdore di una volta Alba e Desolina (detta Lina) Milandri: a dispetto delle oltre ottanta primavere, che entrambe hanno già superato, le due sorelle di Selbagnone continuano a mantenere saldo il timone della Trattoria Passatore, che in più di 40 anni di onorata carriera hanno fatto diventare una tappa obbligata per coloro che amano soprattutto la sostanza nella buona cucina romagnola.

Il locale apre i battenti fra il 1964 e il 1965 per iniziativa di Rinaldo Rossi, detto Befi (il Baffo), vulcanico marito di Alba: pur non avendo esperienza nel settore (faceva il muratore) si lancia nell’impresa della ristorazione, contando sulle capacità gastronomiche della moglie e della suocera Amedea, classe 1903. Una scelta che si rivela vincente; ma i debiti sono tanti e per pagarli Rinaldo fa i salti mortali: oltre che del ristorante si occupa anche di conferire alla Centrale di Forlì il latte che gli allevatori della zona portano alla cognata Lina, che nel frattempo ha aperto un negozio di generi alimentari.  Dopo tanta fatica non fa in tempo a godersi un meritato riposo e, nel 1980, a soli 52 anni, muore lasciando alla moglie l’eredità di portare avanti la trattoria. Alba si rimbocca le maniche: consegue la licenza elementare, necessaria per potersi intestare l’attività e si fa carico della gestione del locale. Ma nonostante le accresciute incombenze i fornelli restano il regno di Alba, affiancata fino al 1992 da mamma Amedea, vera maestra della cucina: da lei le figlie hanno appreso le tecniche e i segreti dei piatti che ancora oggi preparano. Nel loro menù ci sono i capisaldi della tradizione casalinga romagnola: immancabili le tagliatelle, a cui si affiancano, a giorni alterni, i tortelli e i cappelletti, mentre la domenica, su richiesta, è possibile gustare anche la pasta al forno rigorosamente tirata al matterello. Anche i ripieni sono quelli classici: ricotta, spinaci, uova e parmigiano per i tortelli; mentre nei cappelletti vanno ricotta, parmigiano, uova e carne di maiale. Fra i secondi piatti la fanno da padrone le carni arrosto, cotte a fuoco lento, e gli involtini al sugo. Sul carrello dei dolci protagonista è un semifreddo al mascarpone, acconciato come una zuppa inglese, con savoiardi inzuppati nell’alchermes. E qualche volta ci sono i “baracuclin”, la cui ricetta è arrivata nelle mani di Lina grazie alla conoscenza di una cameriera dei Marchesi Paulucci di Calboli, proprietari di una grande villa a Selbagnone.

Premio marietta ad honorem 2009 alle sorelle Milandri, fedeli interpreti della migliore tradizione romagnola che da oltre 40 anni propongono nella loro Trattoria i piatti della cucina casalinga, quelli che ha insegnato loro mamma Amedea, vera maestra ai fornelli e, soprattutto, con il matterello.

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