Stefano Bicocchi in arte Vito si forma alla scuola di Teatro Bologna di Alessandra Galante Garrone. I suoi compagni sono Patrizio Roversi e Susy Blady; con loro ed i gemelli Ruggeri parteciperà, col personaggio Vito che era tutta mimica e senza parola, alla formazione del Gran Pavese varietà, spettacolo cult degli anni ’80 al circolo pavese di via del Pratello di Bologna. Lo stesso gruppo approda in televisione dove segna la strada ai varietà comici sempre di quegli anni con Gran Paese varietà voluto da Gianni Minoli e soprattutto Lupo solitario, Matrioska e Araba fenice con Antonio Ricci e Mediaset.
Vito, da personaggio muto, negli anni ’90 passa alla parola con uno spettacolo fortunato dal titolo Se perdo te. Questo spettacolo segna il percorso legato alla poetica della bassa emiliana con personaggi ispirati alla lunarietà sulla scia di quelli descritti da Guareschi, Zavattini e Fellini; gli spettacoli, sempre in coppia con Francesco Freirye e Daniele Sala come autori, sono Don Chisciotte o la vera storia di Guerino e suo cugino con Enzo Iacchetti e salone Meraviglia con Antonio Albanese e Tita Ruggeri.
Attraversa il cinema proprio partendo da Fellini con La voce della luna e poi inizia un sodalizio con Alessandro Benvenuti col quale gira diversi film tra i quali Ivo il Tardivo per il quale viene candidato come miglior attore non protagonista al Ciak d’Oro. Entra anche nella poetica di Luciano Ligabue con un cameo in Radio freccia. Poi è coprotagonista nel film di Claudio Bisio Asini. In seguito lavora anche con Ivano Marescotti, Enrico Bertolino e numerosi altri personaggi dello spettacolo.
Un importante filone del suo interesse è rappresentato dalla passione per la cucina, testimoniato dalla pubblicazione di due volumi: “Donne e ricette” insieme a Maurizio Garuti e Fabio Fantuzzi; “E’ pronto a tavola”, più di cento ricette del suo repertorio che prendono spunto da diverse tradizioni gastronomiche, in primis quella italiana ed emiliana, con una particolare predilezione a quelle tradizionali della sua famiglia. La cucina è stata anche al centro di alcuni suoi spettacoli teatrali e programmi televisivi (“Invito a cena” e “Piatto ricco”), così come notevole è stata la sua attenzione a Pellegrino Artusi a cui ha dedicato con reading e spettacoli.
Il Premio Marietta ad Honorem gli è stato assegnato “perché il cibo e la buona pratica domestica, anche con ricette e storie di famiglia, ha caratterizzato un percorso artistico e umano di straordinario valore e interesse”.